Prognosi Infausta: cosa significa e come comunicarla

Prognosi Infausta: cosa significa e come comunicarla

Quando parliamo di prognosi infausta facciamo riferimento a una previsione medica legata al decorso di una malattia.

16/2/2023 | Pillole di Bioetica
Prognosi Infausta: cosa significa e come comunicarla

Separando i due termini abbiamo la presenza di una parola che indica la “previsione” (prognosi) e di un aggettivo che, secondo il dizionario Treccani, individua qualcosa “che ha rapporto con eventi spiacevoli, con fatti dolorosi o luttuosi”

Il significato di Prognosi infausta

Se dovessimo quindi ricercare il significato del termine prognosi infausta diremmo, sempre secondo il Treccani, che si tratta di una “previsione da parte dei medici che il malato non sopravviverà”.

La prognosi viene solitamente declinata in tre possibili esiti: fausta (benigna); riservata (occorre approfondire ulteriormente) e infausta (quando si presume che la malattia esisti con il decesso del paziente).

Prognosi infausta e cure palliative

Il termine prognosi infausta si lega storicamente al contesto delle cure palliative. Testimonianze del legame tra prognosi infausta e cure palliative si trovano anche nell’ordinamento italiano.

Ad esempio, l’Art. 2 del L. 22 dicembre 2017, n. 219 cita in modo esplicito questo legame:

“Nei casi di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati. In presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari, il medico può ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua in associazione con la terapia del dolore, con il consenso del paziente.”

Pur senza citare direttamente le cure palliative, anche il Codice di Deontologia Medica (CAPO V - Assistenza ai malati inguaribili - all’Art. 39 “Assistenza al malato a prognosi infausta”) sottolinea che:

“In caso di malattie a prognosi sicuramente infausta o pervenute alla fase terminale, il medico deve improntare la sua opera ad atti e comportamenti idonei a risparmiare inutili sofferenze psichico-fisiche e fornendo al malato i trattamenti appropriati a tutela, per quanto possibile, della qualità di vita e della dignità della persona. In caso di compromissione dello stato di coscienza, il medico deve proseguire nella terapia di sostegno vitale finché ritenuta ragionevolmente utile evitando ogni forma di accanimento terapeutico.”

Di fronte ad una comunicazione di prognosi infausta si inseriscono quindi le cure palliative che intervengono con il fine di garantire la migliore assistenza nelle fasi avanzate della malattia ed evitare che la sofferenza, fisica e psicologica, emerga in modo predominante.

Nelle cure palliative infatti divengono fondamentali il controllo del dolore e degli altri sintomi, e più in generale dei problemi psicologici, sociali e spirituali. I bisogni del paziente, il mantenimento di una buona qualità della vita per lui e per la sua famiglia, una comunicazione corretta e comprensibile sono oggetto di particolare attenzione da parte delle équipe di cure palliative.

Come comunicare la prognosi infausta?

Comunicare una prognosi infausta e, più in generale, una cattiva notizia legata allo stato di salute di una persona richiede preparazione e abilità.

Una formazione adeguata, unita all’esperienza quotidiana, consente di poter affrontare la comunicazione di prognosi infausta con strumenti migliori. Tra questi vi è uno specifico protocollo per una informazione efficace.

Si tratta del protocollo Spikes che ha la finalità offrire un percorso che guidi i sanitari, in particolare il medico, verso una corretta comunicazione con il paziente riguardo le condizioni negative di salute di quest’ultimo.

Nel dettaglio, il termine Spikes individua l’acronimo composto da sei lettere che stanno ad indicare i passaggi cruciali dell’intervento:

  • S= “Setting up” - predisporre il colloquio
  • P= “Perception” - indagare la percezione che il paziente ha rispetto al suo stato salute
  • I= “Invitation” - comprendere quanto la persona malata vuole sapere della sua malattia
  • K= “Knowledge” - condividere le informazioni in modo comprensibile con il paziente
  • E= “Emotion” - individuare e capire le reazioni dell’assistito
  • S= “Strategy and Summary” - programmare e accompagnare.

Fonte: SPIKES — A Six-Step Protocol for Delivering Bad News: Application to the Patient with Cancer - Walter F. Baile, Robert Buckman, Renato Lenzi, Gary Glober, Estela A. Beale and Andrzej P. Kudelka

Tumori con prognosi infausta

Tra le malattie che spesso esitano in una prognosi infausta vi sono molti tipi di tumore. Nel decorso di una malattia neoplastica esistono una serie di fattori che possono determinare la sua evoluzione: età, diagnosi precoce, terapie adeguate, presenza di altre patologie, ecc.

La presenza di una malattia neoplastica, associata ad una prognosi infausta, determina il diritto per la persona malata di beneficiare di alcune agevolazioni.

Tra queste vi può essere il riconoscimento dell’invalidità civile. Lo stato, attraverso l’INPS, identifica infatti una certa percentuale di invalidità in base alle caratteristiche della malattia:

  • invalidità civile al 100% in caso di tumori con prognosi infausta (o che si ritenga in ogni caso sfavorevole anche dopo eventuale asportazione chirurgica);
  • invalidità civile al 70% per malattie neoplastiche con una prognosi favorevole ma che presentano una grave compromissione funzionale;
  • invalidità civile al 11% quando si è in presenza di tumori con prognosi favorevole e con una modesta compromissione funzionale.

 

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