Sergio Sgrilli: la mia esperienza al servizio dell’Hospice di Abbiategrasso

Sergio Sgrilli: la mia esperienza al servizio dell’Hospice di Abbiategrasso

Domenica 10 febbraio Sergio Sgrilli sarà all’Annunciata di Abbiategrasso per la regia artistica del II Galà per l’Hospice. Attore, autore, comico e cantante, il cinquantenne toscano vive ormai da anni ad Abbiategrasso grazie a due amici di Zelig, Claudio Batta e Margherita Antonelli (che lo scorso anno ha presentato la stessa serata) che gli hanno fatto conoscere circa quindici anni fa il comune alle porte di Milano.

02/4/2021 | Racconti ed interviste
Sergio Sgrilli: la mia esperienza al servizio dell’Hospice di Abbiategrasso

Ciao Sergio, sul tuo sito si legge: “Tendo a nascondermi. Mi nascondo e godo quando qualcuno mi trova”. Hai goduto quando l'Hospice è venuto a cercarti?

Sì, sono davvero contento che sia stato l’Hospice ad aver bisogno di me e non il contrario. Scherzo, dai, però sono davvero felice di collaborare con loro. Conosco quello che fanno all’Hospice perché ho letto e ho avuto anche qualche conoscente ricoverato. È una realtà di cui mi sto innamorando a poco a poco e sono davvero entusiasta di mettere la mia esperienza al servizio dell’organizzazione della serata.

L’impegno per l'Hospice è solo l’ultimo dei tanti lavori che hai realizzato. Uno dei più famosi è Buon Compleanno SIC, l’evento in ricordo di Marco Simoncelli. Ce ne parli?

Consentimi una premessa: sono un motociclista vero, adoro la MotoGp, sono amico di Valentino Rossi e per anni ho avuto la moto ancor prima dell’auto. Insomma, di moto ne mastico e mi piace anche scriverne. Per anni infatti ho collaborato con riviste del settore. Marco è soprattutto un amico. Uso il presente perché penso davvero che sia ancora tra noi. Non fraintendermi, non sono pazzo, ma credo davvero che la presenza di Marco si avverta. Pensa all’evento “Buon Compleanno SIC”, è nato quasi per dovere e oggi siamo arrivati alla settima edizione. Io mi occupo della regia, dell’organizzazione e spesso mi esibisco anche. È iniziato tutto molto prima del 20 gennaio 2012, il giorno del 25esimo compleanno di Marco. Un giorno, era ancora il 2011, prima di quel fatidico 23 ottobre, mi chiama il Sic dall’altra parte del mondo. “Sergio, voglio fare una grande festa per il miei 25 anni. Ci pensi tu all’organizzazione?” E così avevo iniziato a pensare al compleanno che purtroppo è diventato una festa di commiato. Ci vennero più di 7.000 persone al Palazzetto di Rimini senza neanche fare pubblicità. Fu una bella serata pur nella tragicità del momento, un’esperienza che proseguì fino all’ultimo compleanno di qualche giorno fa, forse il più bello. Grazie ai tanti fondi raccolti abbiamo inaugurato a Coriano “casa Marco Simoncelli”, una struttura di 1.500 mq per ragazzi disabili. Una cosa di cui vado molto fiero.

Sergio, tornando a noi, ormai sei abbiatense d'adozione. Come ti trovi?

Sono ormai quasi venti anni che vivo a Bià – si dice così? – ma da poco sono in pianta stabile. Fino all’arrivo di Matilde, mia figlia, la casa era solo un punto di appoggio. Io vivo di arte e creatività, sono sempre in giro. Per me si trattava solo di venire a casa, fare una lavatrice, stendere i panni e ripartire. Senza neanche stirarli perché è una cosa che proprio non mi va di fare. Ora invece vivo un po’ di più Abbiategrasso. Mi ritrovo a socializzare con le persone che incontro nel ruolo di papà: insegnanti, genitori che portano i figli a scuola, a fare sport, ecc. Devo dire che mi trovo bene ma penso che questa città abbia bisogno di qualcosa in più, che debba essere più viva. Per quanto posso, sto cercando di fare del mio meglio per aiutare anche in questa direzione.

Sul tuo sito si legge: "Sto facendo pace con il fatto che lo Sgrilli più famoso sia il comico". Cosa fa lo Sgrilli che non conosciamo?

È chiaro che partecipare a stagioni da 14 milioni di spettatori è un traguardo che è difficilmente riuscirò a replicare. Per questo Zelig è stato una vetrina incredibile. Ma se tanto mi ha dato, tanto mi ha tolto. Sergio Sgrilli non è solo Zelig. Sono un cantante, un autore, un attore di teatro e di cinema. Ho lavorato a diversi spettacoli teatrali curando la regia, ho scritto per riviste di moto, sto producendo il duo La Bocca, ho inciso due dischi. Insomma, non sono solo un comico!

Quindi non porterai nessun pezzo alla serata dell’Hospice?

No, voglio collaborare mettendo a disposizione la mia esperienza accumulata in 30 anni di carriera. Ho pensato di chiamare Lorenzo Cordara, un attore bravissimo e per di più di Abbiategrasso, che leggerà alcuni brani significativi. Poi ci sarà l’esibizione del duo La Bocca, una coppia di musicisti della Franciacorta molto interessante. Il mio ruolo, oltre che nel dietro le quinte, si concretizzerà anche nella gestione artistica della serata. Farò un po’ da presentatore, introducendo gli ospiti istituzionali ma anche facendo parlare lo chef dell’Antica Osteria Magenes e il pasticcere Andrea Besuschio. Il tutto con un pizzico di ironia e senza dimenticare lo scopo dell’iniziativa: sostenere l’ambulatorio di cure palliative dell’Hospice.

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