Aperivirus: Viola e Giovanni Maiorana a sostegno dell’Hospice

Aperivirus: Viola e Giovanni Maiorana a sostegno dell’Hospice

Si è conclusa domenica 10 maggio la raccolta fondi “Un sorriso di beneficenza” ospitata sulla piattaforma Gofoundme e rivolta al sostegno dell’Hospice di Abbiategrasso. L’idea è stata partorita dall’istrionico Giovanni Maiorana che, complice la figlia Viola, ha intrattenuto su facebook un pubblico sempre più numeroso.

14/4/2021 | Racconti ed interviste
Aperivirus: Viola e Giovanni Maiorana a sostegno dell’Hospice

Ciao Giovanni, complimenti per l’ottima riuscita dell’iniziativa. Quanto hai raccolto?

Ciao. Sono riuscito a raggiungere l’insperato risultato di 4.360 Euro, una cosa impensabile se consideri che il mio obiettivo iniziale era di 500 euro. La cifra totale, a causa delle commissioni bancarie applicate da Gofundme (2% + 0,25 € a donazione IVA inclusa) si era ridotta a 4.193,98 €. Tuttavia mia figlia Viola ha voluto aggiungere la differenza (più un euro) e fare cifra tonda.

Come è nata quest’idea?

Era iniziato tutto per gioco, perché mi piaceva l’idea di fare compagnia alle persone in un momento di grande solitudine a causa del Coronavirus. Avevo pensato ad aperivirus per soddisfare un mio bisogno di socialità e per un peccato di vanità: mi piace intrattenere le persone e ho sempre desiderato esibirmi e raccontare barzellette. Già dall’otto marzo avevo iniziato le dirette Facebook alle 18.00 poi per ragioni di lavoro ho dovuto spostare l’appuntamento alle 21.00. Con la variazione dell’orario ho introdotto i giochi, i quiz di cultura generale e la tombola. Le visualizzazioni e le interazioni su Facebook hanno iniziato a crescere e a me è maturata l’idea di lasciare un segno di riconoscimento a tutte le persone che mi avevano seguito fin dall’inizio. Da quel momento Viola ha avuto un ruolo decisivo. Ho sfruttato le sue doti artistiche e fatto stampare il logo di aperivirus, disegnato da lei, su settanta T-shirt. Ho detto in diretta che avrei voluto regalare le magliette al pubblico dello show e tanti amici mi hanno consigliato di fare beneficenza. L’idea mi è piaciuta e grazie a sei partner che hanno sposato l’iniziativa siamo partiti con la realizzazione delle magliette.

Un bel gruppo, però non ci hai ancora detto chi sono questi partner…

Sono tutti commercianti o imprenditori di Abbiategrasso: Andrea Dalla Riva di Enoteca Terzo Senso, Leonardo Titone di da Titone L’isola dei sapori Il vero cannolo siciliano, Michele Rognoni del Centro Ippico Cascina CostaCristina AcconciatureVilla Umberto 1896El Tabachè. A questi si sono aggiunti Sergio Colombo di McDonald’s – Abbiategrasso (che ha stampato altre magliette), David Peix di Trattoria San Bernardo e Micke Caprera di Ristorante al CastelloEmanuele Gallotti e Grazia Gallotti che hanno messo a disposizione altri premi con cui abbiamo realizzato qualche asta. Mi sento davvero orgoglioso di tutti loro e sono davvero felice di poterli ringraziare con tanto affetto.

Hai ricevuto sostegno da qualche ente locale o piuttosto da qualche gruppo organizzato di imprenditori e commercianti?

No, purtroppo. Ho visto che tante iniziative, più o meno indipendenti, sono state realizzate sia da commercianti che da altri gruppi. Questo è un peccato perché mi sarebbe piaciuto che tutto rientrasse in un’unica campagna di maggior impatto. Però era la prima volta e sarà certo possibile migliorare.

Quale eredità pensi possa lasciare aperivirus?

La prima riguarda certamente una cosa che ho imparato sulla mia pelle: “non bisogna aspettare di fare, bisogna agire!” Spesso ci lamentiamo dell’inettitudine dei politici che è però anche una caratteristica di molti cittadini. Io ho capito che i cittadini organizzati sono meglio della politica e uniti raggiungono risultati straordinari.
La seconda è certamente l’unione delle persone. È nato infatti il gruppo Family Aperivirus che ha racchiuso una serie di abbiatensi che non si conoscevano e che hanno trasformato uno scambio di messaggi in chat in amicizie vere. E non escludo che sia nato anche qualche amore (ride ndr). Inoltre la pratica del “cannolo sospeso”, della “bottiglia sospesa” o della “pinsa sospesa” a favore di un amico di aperivirus è davvero una bella cosa che ha cementato il gruppo.
Chiudo però con il motivo che mi rende davvero orgoglioso. Sostenere l’Hospice è importante e conosciamo tutti il valore che il centro di cure palliative ha per la nostra città e per il territorio limitrofo. Dunque è scontato che sia orgoglioso di aver contribuito a questa giusta causa. Tuttavia, la certezza di aver aiutato alcuni commercianti che in questo momento sono molto in difficoltà a causa delle chiusure mi rende felice. Ho potuto dar loro un po’ di visibilità gratuita e questo, insieme al contributo per l’Hospice, mi fa guardare al futuro con ottimismo.

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