Aperivirus: Viola e Giovanni Maiorana a sostegno dell’Hospice
Si è conclusa domenica 10 maggio la raccolta fondi “Un sorriso di beneficenza” ospitata sulla piattaforma Gofoundme e rivolta al sostegno dell’Hospice di Abbiategrasso. L’idea è stata partorita dall’istrionico Giovanni Maiorana che, complice la figlia Viola, ha intrattenuto su facebook un pubblico sempre più numeroso.
Ciao Giovanni, complimenti per l’ottima riuscita dell’iniziativa. Quanto hai raccolto?
Ciao. Sono riuscito a raggiungere l’insperato risultato di 4.360 Euro, una cosa impensabile se consideri che il mio obiettivo iniziale era di 500 euro. La cifra totale, a causa delle commissioni bancarie applicate da Gofundme (2% + 0,25 € a donazione IVA inclusa) si era ridotta a 4.193,98 €. Tuttavia mia figlia Viola ha voluto aggiungere la differenza (più un euro) e fare cifra tonda.
Come è nata quest’idea?
Era iniziato tutto per gioco, perché mi piaceva l’idea di fare compagnia alle persone in un momento di grande solitudine a causa del Coronavirus. Avevo pensato ad aperivirus per soddisfare un mio bisogno di socialità e per un peccato di vanità: mi piace intrattenere le persone e ho sempre desiderato esibirmi e raccontare barzellette. Già dall’otto marzo avevo iniziato le dirette Facebook alle 18.00 poi per ragioni di lavoro ho dovuto spostare l’appuntamento alle 21.00. Con la variazione dell’orario ho introdotto i giochi, i quiz di cultura generale e la tombola. Le visualizzazioni e le interazioni su Facebook hanno iniziato a crescere e a me è maturata l’idea di lasciare un segno di riconoscimento a tutte le persone che mi avevano seguito fin dall’inizio. Da quel momento Viola ha avuto un ruolo decisivo. Ho sfruttato le sue doti artistiche e fatto stampare il logo di aperivirus, disegnato da lei, su settanta T-shirt. Ho detto in diretta che avrei voluto regalare le magliette al pubblico dello show e tanti amici mi hanno consigliato di fare beneficenza. L’idea mi è piaciuta e grazie a sei partner che hanno sposato l’iniziativa siamo partiti con la realizzazione delle magliette.
Un bel gruppo, però non ci hai ancora detto chi sono questi partner…
Sono tutti commercianti o imprenditori di Abbiategrasso: Andrea Dalla Riva di Enoteca Terzo Senso, Leonardo Titone di da Titone L’isola dei sapori Il vero cannolo siciliano, Michele Rognoni del Centro Ippico Cascina Costa, Cristina Acconciature, Villa Umberto 1896, El Tabachè. A questi si sono aggiunti Sergio Colombo di McDonald’s – Abbiategrasso (che ha stampato altre magliette), David Peix di Trattoria San Bernardo e Micke Caprera di Ristorante al Castello, Emanuele Gallotti e Grazia Gallotti che hanno messo a disposizione altri premi con cui abbiamo realizzato qualche asta. Mi sento davvero orgoglioso di tutti loro e sono davvero felice di poterli ringraziare con tanto affetto.
Hai ricevuto sostegno da qualche ente locale o piuttosto da qualche gruppo organizzato di imprenditori e commercianti?
No, purtroppo. Ho visto che tante iniziative, più o meno indipendenti, sono state realizzate sia da commercianti che da altri gruppi. Questo è un peccato perché mi sarebbe piaciuto che tutto rientrasse in un’unica campagna di maggior impatto. Però era la prima volta e sarà certo possibile migliorare.
Quale eredità pensi possa lasciare aperivirus?
La prima riguarda certamente una cosa che ho imparato sulla mia pelle: “non bisogna aspettare di fare, bisogna agire!” Spesso ci lamentiamo dell’inettitudine dei politici che è però anche una caratteristica di molti cittadini. Io ho capito che i cittadini organizzati sono meglio della politica e uniti raggiungono risultati straordinari.
La seconda è certamente l’unione delle persone. È nato infatti il gruppo Family Aperivirus che ha racchiuso una serie di abbiatensi che non si conoscevano e che hanno trasformato uno scambio di messaggi in chat in amicizie vere. E non escludo che sia nato anche qualche amore (ride ndr). Inoltre la pratica del “cannolo sospeso”, della “bottiglia sospesa” o della “pinsa sospesa” a favore di un amico di aperivirus è davvero una bella cosa che ha cementato il gruppo.
Chiudo però con il motivo che mi rende davvero orgoglioso. Sostenere l’Hospice è importante e conosciamo tutti il valore che il centro di cure palliative ha per la nostra città e per il territorio limitrofo. Dunque è scontato che sia orgoglioso di aver contribuito a questa giusta causa. Tuttavia, la certezza di aver aiutato alcuni commercianti che in questo momento sono molto in difficoltà a causa delle chiusure mi rende felice. Ho potuto dar loro un po’ di visibilità gratuita e questo, insieme al contributo per l’Hospice, mi fa guardare al futuro con ottimismo.